La ragazza con il sorriso

Un lungo corso da attraversare con piede scaltro, che un altro appuntamento in agenda spinge.

Nella tasca un telefono vibra a ritmo di conversazioni che ormai non si leggono più.

Spalle curve a sostenere uno zaino impertinente che tira verso terra, come se una colpa ancestrale dovesse rendere più faticoso il cammino.

La testa a ciondoloni punta gli occhi sulla riga di piastrelle, che sembra vincolane guidare il passo. Come una rotaia il treno.

Un foglio di colori accartocciati si para davanti ed interrompe la linea di cammino.

Una fotografia appena ingiallita è ora in mani che cercano di stendere le pieghe prodotte da altre rabbiose prima di queste.

Una giovane donna, di tempi in bianco e nero, guarda come lo conoscesse da sempre.

Un sorriso è appoggiato su un viso teso e sbiancato, come negli addii dati in aeroporto.

Avvolta in un vestito a quadri come quelle tovaglie da pic-nic domenicali, sta accovacciata su un prato in una posa sbarazzina.

I suoi occhi dietro a grossi occhiali neri a cercare di colorare di mistero quello che di misterioso non ha nulla: una vita tutta protesa in avanti, che pende sul futuro pieno di possibilità.

Perché è qui a terra questa foto? Segno di carta di una esistenza, di un passaggio.

Intorno nessuno a reclamarlo, solo passi veloci e decine di sguardi incollati alla propria riga di piastrelle.

Ancora le mani cercano di stendere quella foto come a sperare di darle vita, con un rispetto che ferma il tempo.

La foto viene delicatamente appoggiata sulla mensola di una finestra, ma senza speranze di sorta. Solo per non rimettere a terra quella ragazza ed il suo sorriso.

Il passo riprende veloce, il tempo perso è da recuperare ora.

Ma la mente ha una ancora ora, e fa piegare la testa indietro alla ricerca del pezzo di carta sulla mensola.

Ora una piccola sagoma di donna, avvizzita e sporca, la sta cingendo.

L’istinto è tornare indietro, difendere la giovane donna con il sorriso. Per non essere ancora trafugata, abbandonata per terra.

Le mani appuntite e secche della piccola sagoma portano la foto sul viso, e una guancia spaccata dal tempo ora accarezza la ragazza. Come una madre intenerita con il proprio neonato.

La mente ora vede, quella linea di continuità fra la ragazza con il sorriso e la piccola sagoma.

Una esistenza che è un cavo teso fra la migliore speranza della ragazza in bianco e nero, e ciò che la vita vera le ha riservato.

Chiunque prima di perdersi nel mondo è stato da qualche parte. Anche quella sagoma che tutti aggirano come un oggetto sulla strada.