Il piede buttato in avanti, sulla strada che finisce nella curva davanti a te.
Il sogno che hai rimodellato mille volte, come una statua di creta di uno scultore senza idee.
Le mani che tieni nelle tue, salde e strette perché non si sfilino e tu senta freddo.
Le cose che credi di aver capito, e tieni dietro il vetro appannato della tua certezza.
Le cose che hai messo in scatole del “non si sa mai”, e non hai mai più aperto.
Precario sei, come il prestito di aria e tempo che verrà esigito prima o poi.
Meravigliosa. Complimenti!
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