Cado dalla terra verso il cielo.
Precipito veloce per non essere seguito.
La mia ombra, sacco pieno di frammenti insanguinati, resta a terra. Troppo pesante per librarsi.
Le nuvole massaggiano le guance al mio passaggio, come una mano calda nelle serate bambine di febbre e latte caldo.
Il cielo si fa di un nero che non spaventa.
Le stelle strappano dalla mia mente ricordi e ansie, e divento filo di luce.
Perdo il centro e sono tutto e niente.
Sempre e mai.
Un sorriso a forma di sole mi inghiotte, e non cadrò mai più.