Come pelle a punta di spillo grattata troppo, o un foglio di parole scritte e cancellate cento volte.
Come una coperta lisa da anni di lavaggi, o un divano sgualcito da corpi accoccolati, addormentati, avvinghiati.
Come idee ossessivamente declamate sempre uguali, o bandiere che sventolano simboli accasciatisi da tempo.
Come spade scheggiate che stanche si alzano al cielo, o sangue sgorgato copioso, ma ancora non basta.
Come strali lanciati a freccia alle spalle di chi accasciato su una terra straniera ancora non si orienta.
Così si consumano i pensieri miei fra ciò che vorrei saper dire e ciò che vorrei saper cambiare