Una moltitudine di tonde torri stanno pacificate l’una accanto all’altra, corrose da tempo e dalla devozione.
Corrose ma non vinte.
Su un fiume giallo hanno urlato motori di piccole barche in slalom fra vite appese a palafitte.
Città di legno dignitosamente marcilenta.
Pavimenti di terra rossa sostengono templi abbracciati da possenti radici.
Abbraccio della natura all’afflato mistico dell’Uomo.
Schiene piegate da cesti e cianfrusaglie hanno proferito incessantemente il mantra “one dolaar”.
Prezzo base della dignità e del rancio giornaliero.
Sorrisi sdentati appesi a visi spaccati mi hanno parlato, senza parole, di una vita che non ha aspettato.
Ma nemmeno si è negata.
Altri, solari ed ingenui, hanno giocato a nascondino con me per farsi
trovare;
vedere;
esistere;
almeno per oggi
Hai svuotato la mia bisaccia colma di sassi e sospiri, e l’hai riempita di leggero soffio.
Ti chiamerò, meravigliosa Cambogia, promesso!