Farò un patto con te. Vuoi ascoltarmi?
Ti restituisco il mio sogno più grande, quello che è cresciuto dentro di me, con me, come un organo vitale.
Che mi ha fatto pulsare di vita, convinto ad alzarmi ogni giorno, reso l’uomo che sono.
Riprenditelo, distuggi ogni possibilità di raggiungerlo, fai a pezzi ogni giorno sul quale ho scommesso per renderlo possibile.
Ma disarma la mano dell’assassino.
No? Non basta?
Allora prenditi la mia capacità di pensare, desiderare, progettare. Inchiodami in un presente perenne, condannami ad un giorno uguale all’altro, senza colori, ne luce ne notte.
Ma oscura la vista all’uomo con il dito sul pulsante.
Ancora??
Prenditi la mia gioia davanti ad un paesaggio rinfrancante, il palpitio dell’anima abbacinata da un’opera d’arte.
L’ardore di una battaglia di principio da combattere fino in fondo.
Ma annichilisci il pensiero dell’uomo che progetta di uccidere l’Uomo.
Non basta? Cosa vuoi ancora?
Allora prenditi la mia mano che accarezza, la mia bocca che bacia, il mio corpo che ama e viene amato.
Togli sensibilità alla mia pelle. Che non senta più il calore del sole all’alba, il tepore della pioggia settembrina, il fiato sottile del vento sul viso.
Ma ghiaccia le membra di chi sacrifica la vita anche di un solo bambino per l’erotismo del potere.
Io scambio, ma tu ora agisci.
Non serve che parli, che altri sappiano, che ti esponi. Il patto è fra me e te.
E se non accetti infine…togliti il gilet e ritirati.