Il guardiano del faro

Appesa al filo di luce nelle notte,

una mano solca il foglio

Un mare di milioni di parole che sa annichilire,

in cui imbrattare di blu la malinconia

Le vite che scorrono tutt’attorno si fanno

metafore,

allegorie,

storie,

sillabate a rima nella mente poetica che le contempla

Il guardiano del faro illumina la via delle navi nella tempesta,

ma resta al buio.

Se lo cerchi non lo vedi,

se lo leggi lo trovi

Un autore esiste nelle parole che trasuda,

o non esiste.

La Corona e la Speranza

La città ammutolita si corica per riposare le membra percosse.

Cuori tenuti distanti a forza cercano estremità di filo a cui aggrapparsi,

in attesa che si plachi la tempesta.

Voci multimediali tengono il conto dei respiri che se ne vanno,

e di quelli tornati liberi.

Occhi persi nel buio cercano altri occhi

e forse,

più di ieri,

si sentono comunità.

Le parole servono

Le parole servono.

Per dire che sto arrivando, e finalmente ci rivedremo

Per dirti di guardare il cielo, in una notte in cui le stelle disegnano per noi

Per ricordarti di coprire il collo, in quelle giornate in cui il gelo ti rattrappisce il pensiero

Per invitarti a fare un altro bagno, in un mare caldo ed esotico che ci chiama suadente 

Per dire ai tuoi capelli di continuare a muoversi così sensualmente, che di quel moto io riempio la mia pace

Per esclamare come il mondo sia un posto migliore, da quando i tuoi piedi bambini lo calpestano

Per cantarti la canzone che vorrei sapere scrivere per te

A questo servono le parole. Per il resto c’è il silenzio.